Il Chelsea Market

Il caffè latte, ad HarlemSesto giorno nella Grande Mela, interamente dedicato al Chelsea Market, quello che sulla carta avrebbe dovuto essere una specia di grande mercato delle pulci. Ovviamente abbiamo sbagliato a capire, e ci siamo trovati davanti ad un market che di mercato non ha nulla!

La mattina ci siamo alzati con molta calma e siamo andati a ritirare i vestiti lasciati ieri alla lavanderia: 13 libbre di vestiti, 12 dollari (8 euro). lavati e stirati. Per capirci, si trattava di 2 jeans, 2 pantaloni, 7 shirt, 1 canotta, 7 mutande e 8 paia di calzini. In Italia ci sarebbe costato un botto di più...

Prima di prendere la metropolitana ci siamo fermati ad un locale dal nome italiano, ad Harlem: Il caffè latte, a via Malcom X. Ed abbiamo fatto bene: finalmente un cappuccino fatto a cappuccino! Un paio di biscotti ed una fetta di un'ottima torta di mele hanno completato la prima colazione "pulita" della nostra esperienza statunitense... Dopo la colazione, la subway. Direzione Chelsea.

noi2La zona di Chelsea fino ad una decina di anni fa era abbandonata a se stessa, abitata da persone poco abbienti, vivaio di spacciatori e prostitute di ogni sesso. L'investimento economico di qualche magnate e la tolleranza zero del sindaco Giuliani l'hanno trasformato nel nuovo quartiere degli artisti, scavalcando Soho in quanto a vitalità. Tra le opere di riqualificazione c'è questo market: ricavato da un edificio che una volta doveva essere una fabbrica o una cosa simile, ospita al piano terra decine di negozi di alimentari e/o di cucina (ristoranti, bar, ecc.) ed ai piani superiori uffici. Ha mantenuto l'impianto architettonico di una vecchia fabbrica, ma come spesso capita da queste parti, il tutto è stato perfettamente "ripulito" e reso più che vivibile.

Nota positiva: mancano del tutto i fast food alla McDonald, sia quelli delle grandi catene sia i "piccoli" epigoni. Ci sono invece locali con cucine "vere", non quelle dove il massimo della creatività è scongelare un hamburger o friggere cose che poco prima erano al loro volta congelate. Anzi, a dire la verità una costante di tutti i negozi è proprio questa: oltre a vendere alimenti da cucinare vendono anche alimenti cucinati. Tra questi posti ne segnalamo due: il Lobster Place e Buon Italia.

Aragosta bollitaIl primo è una immensa pescheria dove si trovano pesci di tutti i tipi e di tutte le provenienze (abbiamo visto anche un branzino del mediterraneo). Ma la cosa più intrigante è che oltre a poter comprare il pesce da portarsi a casa si può comprare pesce da mangiare al momento stesso in pescheria: sushi già pronto, frutti di mare vivi, piatti cucinati al momento, zuppe già preparate. Sushi e frutti di mare si capiscono da soli. Gli altri due elementi dobbiamo spiegarli meglio...

Ci sono 6 grossi pentoloni che contengono altrettante zuppe già cotte: gamberi e fagioli neri, crema di aragosta, gamberi e patate ed altre che non ricordiamo. Tu prendi un contenitore di cartone per alimenti (ce ne sono di tre dimensioni diverse), lo riempi di zuppa e poi vai alla cassa a pagare. Noi abbiamo provato le prime due: ottime! Quella con i gamberi ed i fagioli neri era piccante, quella con la crema di aragosta era delicata. Ma entrambe ottime :)

Il pesce cucinato al momento è un'altra cosa interessante: tu compri il pesce al bancone (o meglio: ad uno dei tanti banconi), lo paghi e poi lo porti ai cuochi che te lo cucinano. Ovviamente non puoi farti cucinare qualsiasi cosa: c'è un menù e puoi scegliere tra le cose del menù. Noi abbiamo comprato un'aragosta viva (la più grande che c'era) e ce la siamo fatti fare bollita: squisita! Poi abbiamo preso un sandwich al salmone. Una cosa che a dirla uno pensa: ma che roba è? Invece a mangiarla è una squisitezza! Ultima nota positiva, il prezzo: per 2 zuppe, una maxi aragosta ed un sandwich al salmone abbiamo speso 40 dollari, 28 euro. Niente!

un buon caffèBuon Italia è invece un supermercato dove si vendono solo prodotti italiani. Costosissimi rispetto ai nostri prezzi, ma veramente italiani. Il proprietario è di Torre del Greco e lo gestisce insieme a sua moglie e ad altri italiani. Come molti posti in questo market, oltre a vendere alimenti da cucinare vende anche alimenti cucinati. E sono alimenti veramente italiani: friarielli, scarole ulive e capperi, melenzane a funghetti, frittata di maccheroni, parmigiana di melenzane ecc. ecc. Qui abbiamo preso un'ottimo caffè (a Napoli ne ho bevuti di peggiori, e poche volte di migliori) ed una pastiera fatta a pastiera (dalla moglie del titolare). Il barista è Francesco, un simpatico pittore/scultore di Catania venuto a New York 11 anni fa e rimastoci fino ad oggi. Al bar sono venuti anche altri due catanesi, una coppia amica di Francesco (lui ricercatore ingegnere e lei avvocato) anche loro trasferitosi a NYC. Siamo stati un paio di ore a chiaccherare piacevolmente tutti e cinque, in italiano :)

Insomma: una giornata meno frenetica delle altre ma non per questo meno interessante. Anzi...

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Diario di viaggio

Qui scriveremo il nostro diario di viaggio. Un viaggio che parte da lontano: almeno 16 anni. Tanti sono gli anni che ci hanno visto camminare uno a fianco dell'altra.

Ma forse, se vogliamo credere al destino, il nostro viaggio insieme comincia anche prima. Chissà... Certamente non finisce il 16 Aprile, quando ci sposeremo, nè il 20 Maggio, quando rientreremo dal viaggio di nozze. Anzi, queste date segnano due nuove partenze. Ed altre ce ne saranno.

E noi verremo in queste pagine a raccontarle. Sempre se riusciremo a trovare il tempo per farlo :)