Washington

tony e paola ed il capitol memorialEd eccoci arrivati nella capitale. Questa pagina di diario, a differenza delle altre che ho scritto finora, la scrivo dopo aver lasciato la città, quando ho un'idea più chiara di quello che abbiamo visto e vissuto. Siamo rimasti tre giorni qui, e così come non basterebbero a vedere e conoscere Roma, così non bastano per vedere e conoscere Washington. Però alcune cose le possiamo dire.

Fra quelle visitate finora è la città dove meno si rispettano le ferree leggi che regolano gli spazi comuni: abbiamo visto passare col rosso diversi pedoni ed anche qualche auto, abbiamo incontrato homeless e mendicanti per strada, abbiamo visto usare le scale mobili con i trolley (qui è vietato: bisogna usare gli ascensori, onnipresenti). E' anche la città più monumentale: palazzi maestosi e monumenti immensi, moltissimi dei quali si rifanno all'architettura greca (la Grecia è considerata, a ragione, culla della moderna democrazia). Mentre a Philadelphia si respira dappertutto l'aria dei valori della libertà e dell'indipendenza e, più genericamente, dell'amore universale, a Washington si palpa costantemente la presenza del potere e del suo esercizio. Infine due parole sui prezzi: essendo una città più governativa che turistica i prezzi degli hotel sono molto diversi a seconda se prendi una stanza il weekend o durante la settimana. Noi abbiamo dormito per 120 dollari a notte in un Holiday Inn centralissimo che durante la settimana vende la nostra stessa stanza ad oltre 400 dollari a notte! Ma ora entriamo nel merito dei nostri giorni nella capitale.

la stazione di washingtonL'impatto non è dei migliori: l'arrivo dei treni nella stazione centrale è in un luogo che non ti aspetteresti mai da una capitale: più magazzino merci che stazione, più scenario di film horror che welcome hall. Saliamo nell'atrio della stazione e lo scenario si trasforma: uno spazio immenso e iperorganizzato, pieno come al solito di negozi. C'è anche una sede della Barners & Noble (già vista a Baltimora) oltre all'immancabile Mac Donalds ed a decine e decine di negozi di vario genere, comprese banche, gioiellerie, negozi di abbigliamento. Pensiamo subito di noleggiare un auto per poter prendere un albergo fuori città perchè avevamo visto i prezzi proibitivi di quelli cittadini. Ma ancora non sapevamo del fatto che il fine settimana i prezzi crollano. Seduti su una panchina in stazione ed utilizzando la sua wifi free, abbiamo trovato un albergo in un posto che ci sembra essere centrale e ad un costo accessibile: 120 euro a notte per una stanza doppia (in USA non si contano le persone ma le stanze). Meno di 100 euro. Ok, la prenotiamo via web e poi ci spostiamo via metropolitana per raggiungere il posto. Che è vicino, in linea d'aria, ma necessita di un cambio di metro: due fermate di rossa e poi due fermate di gialla o di verde.

Alla metro ci scontriamo di nuovo con la flessibilità dei prezzi. Ma stavolta è peggio: per ogni tratta metropolitana (stazione partenza - stazione arrivo) c'è una tariffa diversa. Per ogni fascia oraria c'è una tariffa diversa. Per diversi giorni della settimana c'è una tariffa diversa. Una jungla! I biglietti si comprano solo con le macchinette automatiche. Le operazioni da fare in sequenza sono dunque queste:

  1. individuare la tariffa attiva in questo giorno ed a questa ora (normale, ridotta o di punta);
  2. cercare su un pannello la stazione di arrivo (quella di partenza fortunatamente è insita nel pannello: ogni fermata ha un pannello diverso).
  3. leggere per quella destinazione quale è il prezzo della tariffa attiva
  4. andare alle macchinette ed inserire il numero di biglietti voluto e la tariffa
  5. inserire i soldi o la carta di credito (si, anche per il biglietto di un dollaro c'è la carta di credito. E noi usiamo sempre e solo quella)
  6. ricevere i biglietti.

E' finita? No. Perchè oltre ad essere usato per aprire il tornello di ingresso il biglietto serve anche ad aprire il tornello di uscita. Quindi se per caso lo perdi dopo essere entrato, non esci più. A meno di pagare biglietto e multa.

L'albergo è un Holiday Inn, quindi andiamo sul sicuro: servizio impeccabile, facility di tutti i tipi. Effettivamente è centrale, ma nel centro della Washington monumentale, non in quella da vivere. Ci farà comodo quando andremo in giro per musei e monumenti, ma per muoverci di sera sarà necessario farci un paio di miglia a piedi (circa 3 chilometri). Niente male: ci serve a smaltire tutta la robaccia che ci mettiamo nello stomaco :)

dana e fox addone :)I monumenti a Washington sono maestosi. Lo stile architettonico ricorda molto quello greco ed anche quello romano. Ma le dimensioni sono doppie se non triple. Da vedere (ed infatti li abbiamo visti) sono la Casa Bianca, il Lincoln Memorial, il Capitol ed il monumento a Washington (quel pilastro lunghissimo che si vede da tutte le parti della città). Ovviamente anche il palazzo dell'FBI ha un suo fascino, specie per i fanatici di x-files come me :) Una cosa ci fa strano: manca del tutto la polizia. O, meglio: non si vede. Però c'è. Sicuramente c'è intorno alla Casa Bianca ed al Pentagno, entrambi inaccessibili. Ma anche quando c'è è discreta, quasi invisibile.

Nella zona dei monumenti tutto è potere ed esercizio del potere. Ma è anche memoria. C'è uno spazio per ricordare ogni cosa. Noi abbiamo visitato l'area dedicata ai caduti in Korea e quella dei caduti in Vietnam. Entrambe sono molto suggestive. Nella prima ci sono diverse statue di soldati presi nell'atto di marciare nel fango, con mantelline e fucili. Sul muro che le circonda sono raffigurate le persone che fungono da supporto logistico: medici, infermieri, magazzinieri, ecc. La tecnica per raffigurarli è la sabbiatura su marmo. Molto suggestiva. L'area dedicata ai caduti in Vietnam è ancora più struggente. Ed anche più frequentata. E le persone che la frequentano ci sono sembrate tutte molto "prese". Segno che ancora oggi il Vietnam evoca qualcosa di importante nell'americano medio.

Il libro dei caduti in VietnamQui gli USA danno il meglio di loro in quanto a comunicazione: il monumento è di fatto composto da due lunghi muraglie di marmo nero che si incontrano formando un angolo retto. All'angolo sono alte circa 2 metri mentre alle ali sono alte 10 cm. Ogni lato è composto da un centinaio di lastre di uguale larghezza. Su ogni lastra ci sono incisi, in diverse righe, i nomi dei caduti. All'ingresso dell'area un libro (replicato diverse volte) porta tutti i nomi in ordine alfabetico con data di nascita e di morte, provenienza, grado, arma e posizione all'interno del monumento. Per permettere l'individuazione del nome di ogni caduto sulle lastre delmonumento, vengono riportate l'ala (indicate con W per ovest e E per est), il numero di lastra e quello di riga. Così W34 51 indica lato ovest, lastra 34, riga 51. I parenti, una volta individuato il nome del congiunto caduto, ci mettono su un foglio di carta bianca e ci passano una punta di matita così che il nome, messo in sovraimpressione sul marmo, compare sul foglio. Un po' per gioco ed un po' perchè non si sa mai, anche noi abbiamo cercato dei possibili parenti. Nessun Addone nè Suanno, ma un Torsiello e ben due Palumbo. Siamo andati a cercarli sui marmi e li abbiamo trovati. Nella fotogallery dedicata a Washington riportiamo tutto questo.

Devo dire che al di là dello sfizio di vedere certi luoghi così famosi ed andando oltre al senso del potere che emanano, questa parte di Washington non è la più interessante. Molto meglio la Mall. La Mall è un'area verde che va dal Lincoln Memorial alla Casa Bianca e che comprende una miriade di musei le cui caratteristiche principali sono due: sono tutti gratuiti ed ognuno ha lo scopo di tessere le lodi di qualcuno o qualcosa: persona, gruppo od etnia. Noi ne abbiamo visitati due: quello dedicato alla conquista dell'aria e dello spazio e quello dedicato alle etnie indigene (indiani ed indios).

Museo dell'aria e dello spazioIl museo dell'aria e dello spazio è interessante e come tutti i musei che abbiamo visto finora ha un impianto molto didattico. Tra i manufatti conservati ci sono il primo aereo che abbia mai volato (quello dei fratelli Wrigth), alcune capsule di ammaraggio delle missioni Apollo, il LEM di Apollo 11, un missile Cruise, un Patriot ed un SS-20, la cabina di un Boeing, una riproduzione dello spacelab, diversi aerei. C'è anche un pezzo di pietra lunare ed uno di meteorite. I video sono molti, e spettacolari. Tra tanti, c'è la ripresa di quello che vedevano gli astronauti che hanno allunato con l'audio della conversazione con la terra. Un'ampia sezione è dedicata alle donne aviere. Perchè anche in un museo dedicato ad una attività umana c'è bisogno di creare un memorial. Siamo a Washington, non dimenticartelo...

il museo indianoIl museo degli indiani è quello che più mi è piaciuto. Qui ho visto le cose che ho potuto solo immaginare leggendo i miei Tex o vedendo le decine e decine di western che mi sono visto. Manufatti di tutti i tipi, vestiti, archi, frecce, fucili, anfore, monili, copricapi, foto. Tutto bellissimo, ai miei occhi. A quelli di Paola un po' di meno, visto che non è una appassionata di western. E nemmeno di spazio. Diciamo che in questi due musei lei si è fatta un po' la palla... ma lo ha fatto per me ;) Comunque il museo degl indiani è spettacolare! L'audio diffuso nelle sale è composto da canti indiani tradizionali (voce e tamburi). I video riprendono ora interviste ai discendenti dei grandi capi dalla pelle rossa, ora danze e canti, ora raccontano storie, e così via. Ho visto le punte delle frecce: pezzi di pietra lavorati fino a diventare punte. E le frecce... molto, ma molto artigianali. Niente a che vedere con quelle con le quali abbiamo giocato noi da bambini. Sono pezzi di legno più o meno levigati, alla cui punta è legata quella pietra di cui parlavo prima ed al cui fondo sono inserite delle piume. Credo che per fare una freccia ci mettessero ore ed ore.

L'unica nota stonata di questo museo è il ristorante: abbiamo mangiato poco e pagato un sacco. Ma questa è un'altra storia...

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Diario di viaggio

Qui scriveremo il nostro diario di viaggio. Un viaggio che parte da lontano: almeno 16 anni. Tanti sono gli anni che ci hanno visto camminare uno a fianco dell'altra.

Ma forse, se vogliamo credere al destino, il nostro viaggio insieme comincia anche prima. Chissà... Certamente non finisce il 16 Aprile, quando ci sposeremo, nè il 20 Maggio, quando rientreremo dal viaggio di nozze. Anzi, queste date segnano due nuove partenze. Ed altre ce ne saranno.

E noi verremo in queste pagine a raccontarle. Sempre se riusciremo a trovare il tempo per farlo :)